De Blasi e Moscara

Interno Esterno
Cibachrome
1997


Nel fiume in piena della fotografia internazionale l'offerta supera spesso la richiesta e tuttavia questo mi piace: rende così più difficile dire qualcosa, dire qualcosa di solido, di valido. Qualcosa di nuovo e vivo, che tocchi ma tenga al tempo; qualcosa - per piccolo e nascente - che stia in piedi da solo. Da qualche tempo mi pare di aver individuato queste caratteristiche nel lavoro del duo Franz De Blasi e Marcello Moscara (Lecce 1973 e Galatina 1972, in duo dal 1996. Vivono e lavorano a Lecce).

Conversazione
Cibachrome
1998


Perframance
Sarà anche inutile coniare termini nuovi, ma "Perframance" mi sembra rinominare e rimettere a fuoco in modo secco una propensione che nel mio Fototensioni chiamavo "la forma dell'evento" e che univa il duo leccese ad altri artisti giovani. Si tratta di una speciale tensione che cerca di fermare nell'immagine fotografica (frame) le speciali vibrazioni e gli assetti formali di azioni (performance) dotate di una durata nel tempo - nessuno ignora la ricca storia di questa propensione. Ripensando questa unione di "durata" e "scatto" ho intitolato Melting Frame la collettiva alla Stazione Leopolda per il Firenze Fringe Festival 2000 - dove il duo aveva la sua prima vasta platea - segnalando come fotografie, dia e videoproiezioni o installazioni fossero tutte modalità concorrenti nel mondo delle fototensioni. Nelle azioni da cui parte questo tipo di immagine l'amministrazione dello spazio-tempo è affidata a regie e scenografie accuratissime. E la formalità risulta un elemento tanto importante in simili lavori, che guai a lasciarla priva di senso. Sono infatti la motivazione stringente delle azioni, la serie di scelte - invisibili e visibili - quelle che rendono più interessanti gli scatti del duo. L'azione strutturata da De Blasi si snoda in spazi aperti e coinvolge una crew di amici e persone tutte sintonizzate con l'esperimento da compiere: dal respirare o sussurrare tutti attraverso tubature trasparenti o colorate, al lasciar garrire al vento un lungo nastro bianco, tenuto ai vertici con le bocche, e che diviene un segno netto e prelinguistico sul fondo del cielo terso di Puglia. Tutte le azioni divengono anche forma: le immagini del duo - Cibachrome o Lambda tutte plastificate mat, tanto per togliere un po' del glamour in eccesso - cercano infatti una lucentezza tutt'altro che soprannaturale.

Senza titolo
Stampa lambda
1999


Natura rituale
E la natura diviene un motif assolutamente fondamentale. L'obiettivo di Moscara infatti scatta spesso a livello del terreno, nel mezzo della terra arata e odorosa che riempie la sezione inferiore dell'immagine. Se anche scattano all'altezza dei volti De Blasi e Moscara hanno sempre una tendenza al sott'insù. Un guardar da sotto che certo è naturale in chi abita città barocche come Roma o Lecce. Il loro è un pescare nella terra che è naturale, nel doppio senso questa volta, in una cultura endemicamente contadina e pescatrice. C'è - lo dico senza lustrare il pur denso aspetto culturologico del lavoro - un riferimento alle pratiche di una cultura popolare ormai sparita: le danze sciamaniche dei "tarantolati" pugliesi (si veda il celebre saggio di E. De Martino dei tardi anni '50), si torna a specie di danze-lotte attorno ad un cesto di pane poggiato sulla nuda terra, in un addensarsi di sensi e significati molteplici ed evidenti. Gli uomini sono giovani, fertili e in vestiti ordinari: non vestono uniformi e rappresentano solo ciò che sono: animali sociali. E in società agiscono - società ristrette ma pubbliche - scambiano patti non più di sangue ma di pneuma: d'aria, parola e di spirito vitale. Comunicano attraverso tubi, tele, gesti. Danzano bendati ma abbracciati, scagliano pietre nel vuoto in un gesto apotropaico e scaramantico, ma anche propiziatorio e divinatorio. Si avvicinano al pasto come se il cibo fosse una conquista e la mensa fosse il campo di un'ordalia mitica. E com'è senza orpelli l'uomo, così lo è il luogo: nessuna identità, nessun riconoscimento: né luogo né non-luogo, anzi piuttosto un luogo in via di fondazione. In questa terra incondita, prelinguistica e preurbana gli uomini interagiscono e comunicano. E nel farlo, in quel loro caratteristico e raffinatissimo modo, mostrano le piume colorate, giocano e intanto senza sussiego marcano il territorio.

Il pasto
Stampa lambda
2000


Nella filigrana di queste opere c'è danza e dramma, c'è gioco e rito, ma anche le scelte più epidermiche vivono di un'abbagliante determinazione alla qualità. Primitivi coltissimi, eleganti coltivatori di simboli ancestrali, De Blasi e Moscara avranno il tempo di osare modifiche formali e tecniche ma non potranno che restare fedeli alla loro capacità rarissima di portare in forma, e in forma ludica, i simboli eterni di un essere uomini in società, di un comunicare che è anche rimettere in gioco - appunto - memorie ancestrali e radici insopprimibili che ci legano gli uni con gli altri in una lunga policroma fibra.


Juliet Magazine, n. 102 - June 2001


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